Da Platone ai neoplatonici, da Giorndano Bruno ad Einstein, da sempre l’uomo ha sentito la necessità di trovare un senso alla realtà ed essere riassorbito nell’Unità dell’Universo. L’autore Nicola Feruglio trasmetterà tutto il fascino di questo particolare tema nel suo ultimo libro “Cosmoempatia”, edito dalla giovane Casa Editrice di Vito Pacelli e disponibile sia in versione cartacea che nel moderno e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Como nel 1972, città nella quale ho vissuto fino al 1977. Poi per vent'anni dal 1977 al 1997 ho vissuto e studiato a Monfalcone in Friuli Venezia Giulia. Per altri vent'anni poi ho vissuto a Roma, dove nel 2007 ho ideato e fondato l’associazione Antropologia Terzo Millennio. Se dovessi individuare un elemento che ha segnato la mia storia e la mia scelta di scrivere, indicherei proprio la città di Como. Un luogo legato irrazionalmente alle ragioni seminali delle mie scelte etiche e narrative. Una città della quale non dimenticherò mai i colori e i nostalgici scenari liquido-eterici: Villa Olmo ed il suo monumentale albero dinnanzi alla quale sono nato, il Tempio Voltiano con il suo stile filo-palladiano, Monte Olimpino (Mundrumpin), il misterioso Lariosauro e la lieve collina che scendeva dinnanzi alla mia casa d’infanzia a Maslianico. Tutte reminiscenze che hanno avuto un ruolo nel corso della stesura del saggio filosofico “Cosmoempatia”. Como è una città satura di storia romana, il cui nome evoca per affinità semantica il kómos, personificazione demonica dei cortei dionisiaci; città che secondo gli storici antichi fu fondata dagli Orobi, misterioso popolo preromano di origine greca, citato da Plinio il Vecchio. Sulla fondazione di Como aleggiano anche intriganti leggende come quella secondo la quale, dopo la caduta di Troia, sarebbe stato il troiano Antenore a fondare sia Padova che Como… Una città che mi sento di definire “quantica”, come Roma e Buenos Aires.
“Un senatore in entangement” è un altro dei testi che sono nati dal labor limae dello staff della casa editrice BookSprint Edizioni. Figlio, dal punto di vista narrativo, di Nicola Feruglio esso è un romanzo che cattura senza difficoltà l’attenzione dei suoi lettori. Il racconto ha concorso al XII Premio Letterario Internazionale “Voci Città di Abano Terme” 2017. Il 14 maggio la Giuria ha reso note le opere vincitrici, pubblicando la lista dei finalisti e dei vincitori sul sito web: (www.circoloiplac.com), Il libro di Feruglio ha ricevuto una menzione d'onore (menzione d’onore che si rilascia a chi si è particolarmente distinto per valore o per merito dopo il vincitore assoluto). La prestigiosa Giuria “Voci Città di Abano Terme”, ha valutato 1190 opere in gara, tra le quali: 129 libri di poesia, 154 racconti e 907 poesie.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Per me scrivere è un processo di “digestione psicologica” come se, giunto ad un certo livello di saturazione psichica e morale riguardo una vicenda, io abbia l’intima necessità non solo di pronunciare alcune parole, ma anche di scriverle e d’incastonarle in discorsi. L’atto di scrivere, che a mio avviso assomiglia molto all’atto di meditare, è un tentativo di sublimare e di mescolare la percezione dell’io e dell’altro, del prima e del dopo, del contingente e del trascendente. Attribuisco quindi, alla narrazione, un ruolo determinante nella possibile interpretazione di cosa sia esistere o esser-ci. Un grandissimo scrittore come Rainer Maria Rilke, nella sua opera “I quaderni di Malte Laurids Brigge”, scrisse qualcosa che riesce ad esprimere in termini assoluti ciò che sto tentando di affermare: “…Io sono l’impressione che si trasforma”.
E se non fosse la materia, ma l'energia l'elemento fondante e fondamentale dell'universo? Nicola Feruglio ci porta nel mondo de "L'energetismo segreto della vita", il nuovo modo di concepire il mondo fisico che va al di là dell'ipotesi meccanicistica. Il volume, pubblicato per la BookSprint Edizioni, e per tanto disponibile nel duplice formato del libro cartaceo e della veste digitale più innovativa e moderna, ricostruisce le teorie della cultura gnoseologica.
1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nato nel 1972 a Como, città nella quale ho vissuto gli anni della mia prima infanzia, immerso in quell'incantesimo naturalistico nel quale "natura" e "civiltà" sembrano ancora intrattenute, in un seppur debole dialogo. Ho però realizzato in mio percorso scolastico in Friuli Venezia Giulia, in seguito al trasferimento della mia famiglia a Monfalcone; mi sono diplomato all'Istituto Statale d'Arte Max Fabiani di Gorizia (sezione pittura), poi per due anni ho frequentato l'Accademia di Belle Arti di Venezia e, in seguito, ho studiato psicologia all'Università di Trieste.